Il Consiglio dei Ministri elimina dal DDL Concorrenza l’attuazione della direttiva Bolkestein per la concessioni demaniali.
Il rinvio dell’applicazione della Bolkestein è il manifesto dei finti liberali. In realtà, si tratta di privilegi che rimangono intoccabili: per esempio, per la spiaggia dell’Hotel 5 Stelle Cala di Volpe, di proprietà della Smeralda Holding dell’emiro del Quatar, vengono versati 520 euro l’anno mentre l’emiro, per i suoi quattro hotel, ha incassato 106 milioni di euro. Oppure possiamo parlare del Twiga, di proprietà di Flavio Briatore e Daniela Santanchè, i quali pagano allo stato 17mila euro a fronte di un fatturato di 4 milioni di euro. Ancora, c’è il Papeete che paga 10 mila euro all’anno ma fattura 3,2 milioni di euro.
La realtà è che una concessione che viene pagata allo stato 47 euro al giorno serve solo ad arricchire i concessionari: in unico giorno, una pagoda al Twiga costa 1000 euro. Questo dà la misura di questa vergogna e di come siamo intoccabili questi privilegi.
In Italia, delle 23.000 concessioni demaniali, la maggior parte è composta da stabilimenti balneari, lidi che fatturano, secondo alcune stime, tra i 7 e i 10 miliardi di euro anno, ma versano allo stato solo 103 milioni e, nonostante i canoni irrisori, registrano un’evasione del 50%.
Il 70% delle spiagge italiane è occupata da stabilimenti balneari e il 2021 ha registrato ad oggi un aumento del 13% di queste concessioni demaniali.
Coloro, come ad esempio la Lega di Salvini e FdI della Meloni, che attaccano il reddito di cittadinanza – indubbiamente da migliorare – sono tra i primi a difendere questi privilegi, impedendo l’applicazione della direttiva Bolkestein che farebbe incassare centinaia di milioni di euro allo Stato e stabilirebbe regole nelle gare per eliminare strutture in cemento a volte anche abusive.
Angelo Bonelli