“Cosa dovrei indossare?”: ? una delle domande che ci poniamo ogni giorno, anche pi? volte al giorno.
L?imperativo ? aggiungere, cambiare, comprare. Moda usa-e-getta: una frenesia globale ad alto impatto economico, sociale, ambientale. Storicamente, il mondo della moda ha sfruttato il lavoro e l’ambiente. E negli ultimi tre decenni, per via della globalizzazione e delle delocalizzazioni senza freno, quegli abusi si sono moltiplicati, anche se noi abbiamo smesso di vederli perch? troppo distanti. Il 98% dei lavoratori dell?industria della moda vive sotto la soglia di povert? mentre noi abbiamo l?armadio pieno di abiti a basso costo che, in media, indossiamo solo sette volte.
Una nuova normativa per il mondo della moda
C?? un disperato bisogno di un modello nuovo, che ritrovi la dimensione umana. Un modello che, in un mondo globalizzato, deve, per forza di cose, abbracciare l?intero pianeta e coinvolgere ? s?! ? l?industria, ma soprattutto i consumatori. Sono questi ultimi che, riciclando, aggiustando gli abiti, indossandoli pi? a lungo e comprando meno, hanno il potere di esercitare la loro pressione, di spingere le imprese a cambiare. Rendere i processi pi? puliti e alzare gli stipendi ? oneroso e genera meno profitti. Ma se la pressione collettiva non lascia scampo, il sistema ? obbligato a cambiare. Anche a partire dalle istituzioni che hanno il dovere di dotare il settore dell?abbigliamento di un?apposita normativa. Introdurre un?etichetta che racconti il percorso di un indumento, come accade per il cibo, sarebbe gi? un grande risultato.
Fashion Revolution: una moda attenta e responsabile
